vanno confuse
sul vetro appannato
incerte lacrime di cielo
senza far rumore
cupo il mio mondo
fuggito l'orizzonte
ogni colore è spento
come un dolore
che prende il sopravvento
e nulla lascia a gioie
divenute aliene
cade incessante
senza mai fretta
pioggia che sa
d' inverno
del tempo ormai padrona
come la nebbia
che si muove stanca
e soffoca il mio mondo
quasi volesse
togliermi il respiro
immobile, la fronte
posata su quel vetro
resto a guardare
l'agonia d'un giorno
che non vedrà tramonto
per sognare
solo un morire lento
come quel vuoto
che mi opprime
e sente sue
le fredde lacrime
cadere.
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